In un vecchio e sbrecciato muro di campagna si era formata una cavità ed in essa abitava una famigliola di topi: babbo Topolone, mamma Topolona e quattro topolini.
Tutte le mattine, di buonora, babbo topolone si alzava per andare al lavoro; prima però, si fermava al bar a far quattro chiacchiere con gli amici e a comprare il giornale.
Mamma Topolona invece, facendo piano per non svegliare i topolini che dormivano, usciva a procurare il cibo per tutti.
Tutto questo durava da parecchio tempo, finchè un bel giorno mamma Topolona, stanca della fatica quotidiana, decise di addestrare i suoi piccoli alla ricerca del cibo.
Alla mattina li svegliava e li conduceva nelle dispense e nei granai delle cascine dove erano custodite infinite prelibatezze come grano, formaggio e salumi.
Raggiungerle non era facile, occorreva, infatti, agire con circospezione, evitando i pericoli, fra i quali i più temuti erano i gatti, sospettosi e sempre allerta.
Dei quattro topolini solo tre accettarono questa nuova vita mentre il quarto, un po per la pigrizia e un po per lo spirito dindipendenza che fin da piccolo lo aveva distinto, volle fare da sé. Si alzava quando il sole era già alto, evitava le fattorie sorvegliate dai terribili felini e si affidava allistinto e al suo incredibile fiuto.
Capitò un giorno in una bella casa dove una bambina, seduta al tavolo della scrivania, svolgeva i suoi compiti. Dalla credenza, posta in fondo alla parete, proveniva un profumo gradevole migliore ancora di quello del pane appena cotto in forno. Avanzò quatto quatto lungo la parete e si intrufolò nel mobile sfruttando un piccolo foro nel legno.
Non si era sbagliato si trovò infatti difronte ad una splendida fetta di torta alle ciliege che divorò in un momento. Che bontà!
Mai gli era capitato di assaggiare una tale delizia ma, ahimè, al momento di uscire, la sua pancia si era fatta così grande che il buco risultava piccolo. Che fare? Non cera che da aspettare che qualcuno aprisse lo sportello e darsi alla fuga. E fu proprio ciò che avvenne
Passato lo spavento e ripensando a quel boccone delizioso, il topolino decise di farvi ritorno. Tutto avvenne come la volta precedente ma, una terribile trappola metallica scattò, impedendogli ogni fuga.
Mirella, così si chiamava quella bambina, quando lo vide prigioniero, sintenerì e, anziché buttarlo nel pozzo, come aveva pensato di fare, decise di salvargli la vita liberandolo dalla terribile grata metallica. Non solo, decise anche di preparare ogni giorno per lui, un buon boccone e di lasciarglielo sulla soglia della porta. Che fortuna il nostro topolino aveva risolto il problema del cibo!
Col tempo divenne bello grasso: i baffi lucidi e il pelo morbido.
I suoi fratelli, invidiosi, tentarono di capire, in ogni modo, dove si recasse tutti i giorni ma egli riuscì a conservare il segreto. Sarebbe stato un vero peccato dividere con altri quei pasti meravigliosi e quellamicizia, fatta solo di sguardi, che era nata con Mirella, una bimba buona, dagli occhi verdi e i capelli ramati come certi tramonti estivi.